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Fisiologia del respiro

ll tuo respiro deve fluire con grazia, come un fiume e non come una catena di aspre montagne o il galoppo di un cavallo Thich Nhat Hanh



L’uomo può vivere un mese senza cibo, alcuni giorni senza bere e dormire ma non può stare che pochi minuti senza respirare.
Da questa semplice considerazione si evince l’importanza vitale di questo processo attraverso il quale l’organismo umano si rifornisce di ossigeno ed espelle anidre carbonica, in uno scambio tra il mondo esterno (macrocosmo, di cui non si conosce la fine) e il mondo

interno (microcosmo, di cui non si conosce la fine) che dura tutta la vita.
Noi siamo dotati di un apparato, quello respiratorio, preposto alla respirazione che è costituito da:
naso, faringe, laringe, trachea, polmoni, pleura, bronchi, bronchioli, alveoli polmonari e i vari muscoli tra i quali importantissimo è il diaframma, quel muscolo a forma di cupola posto tra i polmoni e i visceri che, contraendosi (mentre il torace si espande) consente ai polmoni l’inspiro. La contrazione del diaframma è importante anche per minzione, defecazione, vomito e l’espulsione del feto.

Perché respirare è vitale? Cosa accade nel nostro corpo quando respiriamo ?
Inspirando l’aria con il naso, immettiamo nel corpo l’ossigeno, necessario ad estrarre energia dal cibo digerito.

Dal naso l’aria, ricca di ossigeno, attraversa faringe, laringe, trachea e bronchi; i bronchi si ramificano in bronchioli all’interno dei polmoni, da dove, attraverso gli alveoli polmonari (sottilissimi rami inferiori al millimetro) l’ossigeno si immette nel sangue, che lo distribuisce a tutte le cellule del corpo.
All’interno delle cellule avviene la “respirazione cellulare” ossia quell’insieme di processi attraverso i quali il glucosio (cibo scomposto in minuscole parti dalla digestione) e l’ossigeno, per ossidazione si trasformano in : "energia vitale, che nutre il nostro intero organismo tenendolo in vita".

Elemento di scarto della respirazione cellulare è l’anidride carbonica, che viene espulsa dal corpo attraverso la fase espiratoria, che compie il percorso inverso all’inspiro, infatti l’aria privata dell’ossigeno e arricchita di anidride carbonica, dal sangue, torna ai polmoni passando attraverso gli alveoli polmonari, dai bronchioli va ai bronchi, alla trachea, alla laringe, la faringe, il naso e da qua immessa all’esterno.

Questa spiegazione, volutamente ridotta ai minimi termini, per renderla semplice e comprensibile, ma anche perché non è la sede giusta per un approfondimento, è un invito a studiare la fisiologia del respiro umano, interessantissima e affascinante, ed è utile per trattare al meglio il Pranayama.

Nello Yoga il respiro va analizzato da un punto di vista più ampio (energie, emozioni etc),
infatti se da un lato il respiro è un evento vitale di fondamentale importanza, dall’altro esso è strettamente connesso alla nostra sfera emotiva, alla qualità della vita e alle potenzialità umane latenti.

Per capire, ad esempio, il respiro da un punto vista delle emozioni, è sufficiente pensare a come esso diventi corto, disarmonico, affannato nel momento in cui proviamo una paura, un disagio, un ansia.
Ma questo è un altro Post :) continua a seguirmi e imparerai a conoscerti un pochino di più!

Om Shanti
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